Archivio mensile:luglio 2004

losolosoloso

…che è un esame un po’ così, che sono ben preparata, che alla fine non possono non darmi l’attestato del corso e tutto ma io ODIO gli esami (sennò mi sarei pur laureata no?) e vado in panico.

Ok.
Andrà tutto bene.
Respira.

ma che rogna!

ok vabbé che il progetto esteticamente faceva schifo, pazienza che mi cancellino tutto il mio lavoro sul computer, e anche che non reinstallino i programmi, ok me lo risalvo io drçamweaver ma IO NON POSSO PASSARE METà MATTINA a risistemargli le installazioni del computer visto che DOMANI devo presentare sto c#zzo di progetto e non ho poi il tempo di risistemarlo!

Merda.

relax

alla fine il relax non è non far niente. E’ passare del tempo con persone con cui stai bene (molto bene) e fare cose, anche faticose, che hai voglia di fare. E poi due amiche S. speciali nell’arco di un finesettimana mica capitano a tutti!!!

E se ci si aggiunge un giro di shopping mooooolto da svacco, un’oretta in cucina che mi mancava un sacco, una sorpresa fatta e una ricevuta (anzi due), una grigliata estremamente piacevole e due serate altrettanto… che si vuole di più dalla vita??? :o)))

(dov’è il tasto rewind quando serve?)

e qui la concludo

E cmq è proprio vero che è più facile essere amici delle persone quando le cose vanno male piuttosto che quando sono felici.

E mo’ basta, con questo mi son sfogata.

e qui cambio idea

Cioè non proprio.
E vero che il comportamento di un paio di persone è stato sufficiente a farmi deprimere e/o inc#zzare e/o farmi sentire in colpa. Però poi ho pensato che in fondo mica tutti i miei amici si son comportati così. Non questo. Non questo. Non questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo e non questo.

Per cui.

Grazie, davvero e di cuore, a chi ha avuto pazienza. A chi ha aspettato. A chi non si è sentito escluso o trascurato (e a chi non ha fatto sentire esclusa me). A chi non si è trincerato nel silenzio offeso. A chi non è sparito ma non ha rotto i ç°glioni. A chi non mi ha fatto scenate. A chi sentiva lesigenza di farmele ma non le ha fatte. A chi ha capito che per le c#zzate non cera storia ma che per le cose importanti cero – e ci sono. A chi ha capito che se non ci si sentiva più spesso come prima – anzi quasi niente – era perché non potevo e non perché non volevo. A chi ha capito che i fatti contano più delle parole. A chi ha capito che se non mi facevo viva e non facevo domande e mi fidavo delle risposte (tutto bene? Sì) non era per mancanza di interesse ma di testa. A chi ha capito che il fatto che io avessi altre priorità significava che erano priorità diverse e non superiori.

A chi ha capito e basta.

E a chi mi vuole bene comunque. Grazie.

Vista così, è più facile dare il giusto valore agli altri casi.

qui lo dico

e lo dico, lo ridico e lo ripeto: non ho la minima intenzione di provare qualsiasi cosa di anche solo vagamente simile al senso di colpa per questo.

O, quanto meno, ci proverò – accidenti al senso di colpa atavico.