Archivi giornalieri: 11 giugno 2005

referendum. Post a futura memoria

Invidio – o forse no – sempre più le persone con certezze
granitiche. Quelle che sanno sempre cosa è giusto e cosa è sbagliato,
anche per gli altri. Anche quelle che dicono ah beh tanto poi son cazzi
dei singoli, a me che mi frega. Quelle che ancora non c’era il
referendum e già sapevano cosa votare.
Mi stanno invece decisamente sulle palle quelle che ti dicono cosa
votano come se a quel punto fosse sufficiente per te per votare come
votano loro. Sulla fiducia nella persona. Mah.
Ah poi il massimo son quelli che pigliano i quattro quesiti in blocco
come se fossero tutti la stessa cosa e non si chiedono manco su cosa
sia. La chicca son quelli che dicono che votano sì perché la legge l’ha
fatta il Berlusca.
Tutta gente che si fa un sacco di domande, eh… bravi bravi. Meglio non porsi il problema che poi pensare è faticoso.

Tolto tutto questo rumore, a me, personalmente, questo
referendum paralizza (premesso che se fosse passato il referendum di
abrogazione in toto della legge, voterei sì e rifatela da capo, idioti).
Son settimane che leggo di tutto e sento di tutto. Alla fine mi son basata sullo speciale del Corriere.it e su quello del Sole24ore
che mi son sembrati i meno isterici (i siti dei vari comitati, se non
fosse per la materia, rasentano il ridicolo. O meglio il rivoltante).

Alla fin fine, le scelte non son poi così tante: sei d’accordo voti sì, non sei d’accordo voti no.

Parentesi
sull’astensione. Come ho scritto altrove, se si ritiene sbagliato che
non si vada a votare, allora si torna al discorso dell’obbligo di voto.
Se invece si ritiene che questo sia il sistema più democratico
possibile, allora quella dell’astensione è una possibilità prevista e
non vedo perché non attuabile… cioè, perché uno che non va a votare è
un mostro e si deve subire il linciaggio che si sta vedendo?
Io ho sentito alcune motivazioni che magari posso non condividere, ma
che non per questo ritengo condannabili (visto che poi si parla di
libertà di scelta… si lascia quella di eliminare un embrione e non si
vuol lasciare o si condanna quella di non andare a votare???).
Ad esempio:
– non vado a votare perché non ci ho capito niente, non credo anche
informandomi di più che ci riuscirei e non mi va di votare a caso;
– ritengo che si tratti di un argomento che vada lasciato ai tecnici e
perciò penso sia un referendum inutile, l’astensione è prevista anche
per segnalare questo;
– alcuni quesiti riguardano diverse cose, sulle quali voterei o potrei
votare diversamente, perciò non voto né in un senso né nell’altro, e
non mi limito alla scheda bianca perché così magari capiscono che
questo referendum andava formulato in tutt’altro modo.

Soprattutto
quest’ultima ragione ha influenzato quello che farò io su uno dei
quesiti. Insieme ed inoltre, mi son basata su un’altra considerazione
espressa altrove: per chi, come me, crede che l’ovulo fecondato sia già
vita è molto difficile decidere se salvaguardare i diritti della donna
piuttosto che i diritti di quello che considera un essere umano e al
quale vorrebbe garantire il diritto alla vita, o meglio, scusate, alla
nascita. Se non voglio essere io a decidere per un’altra donna, non
voglio cmq essere io a decidere per un altro essere umano (in potenza,
ok, spero di essermi spiegata). E quindi che cavolo faccio? Questo per
spiegare perché mi senta paralizzata nei confronti di questo referendum
o quantomeno di alcune sue parti.

E quindi alla fine, per far
le cose semplici, voterò un no, un sì ma potrei anche non ritirare la
scheda come invece farò al successivo (imbecilli che avete formulato il
quesito, dovevate farmelo meglio. Non mi dovevate mettere insieme due
cose diverse) e un sì.

Cmq, è lacerante.