Archivi giornalieri: 15 novembre 2011

poche idee ma confuse

Ammetto che io sabato sarei stata volentieri a festeggiare, ma dopo aver letto le porcate nella legge di stabilità mi è passata la voglia. Così ho seguito le notizie solo su twitter. E mi son vista Shrek. Unica concessione, un microscopico centilitro di passito di Pantelleria.

D’altra parte, a quelli che dicono che tanto saran lacrime e sangue, mi vien da dire che lo sarebbero state comunque, almeno adesso abbiamo il signor interessi personali fuori dalle scatole, e una speranza che le lacrime e sangue non sian fatti fare solo a quelli che le fan sempre ma siano un po’ più redistribuiti, oltre che magari avere una legge elettorale decente che se no non avremmo mai visto (voglio dire, non hanno ancora stanziato i fondi per vidimare le firme del referendum. Giusto per parlare di sovranità popolare negata.). E inoltre, dulcis in fundo, è finito il bipolarismo berlusconiani/antiberlusconiani e si potrà tornare alla politica di prima, Deo gratias. Che magari faceva schifo ma riguardava altre cose che non una singola persona.

Per il resto, situazione economica, sovranità popolare e menate varie, la penso esattamente come qui:
post chiarissimo che di più non si può, di m. fisk
e visto che non potrei dirlo meglio mi limito a citare il pezzo clou:

E’ la seconda volta in meno di un secolo che la totale incapacità degli italiani a distinguere uno statista da un cialtrone porta il Belpaese a mettere a rischio la stabilità dell’Europa intera: ed è solo perché in fondo vale sempre lo stereotipo dell’italiano pizza-spaghetti-mandolino -e quindi simpatico mattacchione- che ancora gli altri popoli europei non cominciano a chiedere ai loro governanti di trattare noi allo stesso modo in cui Churchill voleva trattare la Germania uscita sconfitta dal II conflitto mondiale (suddividerla in decine di piccoli staterelli dediti al pascolo delle vacche).

Insomma: nessuno ci ha imposto di rinunciare a una fetta della nostra sovranità, e quindi Mario Monti non è il leader di un colpo di Stato ordito dalle plutodemocrazie giudaiche internazionali: questo è un mito che lasciamo che Ferrara (troppo intelligente per crederci) ammannisca ai suoi lettori. Le cose stanno assai diversamente: il resto del mondo ci ha detto: «fate come cazzo credete, ma noi vi molliamo». E noi, che oltre ai 28 Ottobre abbiamo avuto anche dei 25 Luglio, abbiamo aperto gli occhi all’ultimo momento utile e ci siamo rassegnati ad ammettere che per tanti anni siamo stati un ammasso di deficienti invasati, poveri sciocchi inseguitori un’insegna i cui colori non comprendevamo. E così noi, non i trader caymanesi, abbiamo cambiato: meglio tardi che mai.

Forse fin troppo ottimista, nel finale. Almeno, a me sembra che gli italiani non siano cambiati per niente – ché solo noi potremmo metter su per un evento del genere una roba che è una via di mezzo tra la finale dei mondiali di calcio e il conto alla rovescia di capodanno – ma siano stati salvati da un destino peggiore dal solito manipolo di eroi (?!).

E mo’, paghiamo.