Archivio mensile:gennaio 2012

è arrivato il pugile

Stavolta in anticipo, alle 15.35 dopo soli 35 minuti di sala parto ecco giungere Enea, 3.785 chili poi corretti in 3.875 per 51 cm di lunghezza, pugnetto all’aria (almeno ha smesso la posizione di difesa dai ganci al viso riscontrata in ecografia).

 

Si deduce che:
– qui piccoli non ne facciamo;
– i ritardi non sono geneticamente contemplati;
– i miei figli hanno una predilezione per l’ultimo giorno del mese.

sogni

Io sono una che non ricorda i suoi sogni. Mai. Eccezioni: entrambe le gravidanze e una sola volta antecedente (immagini confuse ma dal significato molto chiaro). Quelli delle gravidanze sono diversi: totalmente assurdi, li ricordo con grande vividezza e ricchezza di dettagli. Poi svaniscono anche loro, infatti non ricordo più quelli della prima né il primo della seconda.

Quindi almeno mi segno quello dell’altro giorno. Gli interpreti di sogni sono avvisati: il significato recondito mi è decisamente sfuggito.

Devo andare a trovare Luca Sofri. Entro in questo palazzo (più o meno nella via dove credo che abiti veramente che è dietro dove abitavo e abiterò), aspetto la portinaia, non arriva, salgo una scala ma è la scaletta che porta nella camera dei bambini della portinaia.
Scendo e trovo la portinaia che mi indica l’ascensore, salgo al 12° piano.
esco dall’ascensore e mi trovo all’incrocio di 4 corridoi enormi in stile neoclassico (sembra più un palazzo istituzionale tipo Parlamento che d’abitazione). Di fianco a ogni porta (meglio portone) c’è un ‘cartellino’ con il nome ma in realtà sono cartelli enormi e pure a specchio per cui quando leggi il nome in realtà non corrisponde a quella porta lì (qui c’è un errore delle leggi della fisica ma è un sogno, non ci posso far nulla). Non so bene che fare quindi apro la porta che dà sulle scale e in quel momento dalle scale stanno salendo un tizio che nel sogno conosco benissimo (ma in realtà non ho idea di chi sia, la sensazione è stata stranissima) e dietro Luca Sofri, che apre la porta in cima alle scale.
Poi siamo in un salotto e io gli propongo una rubrica sul Post riguardante maternità pre e post partum, possibilmente un po’ più originale del genere Raznovic e gli dico che comunque io scrivo in un italiano più corretto e per inciso sottolineo che sul post ci scrivono poche donne e che se insomma io non vado bene potrebbe farla scrivere a Francesca Sanzo che è più nota e molto brava.

Fine.

Forse voglio solo cambiare lavoro o sono esasperata dalle banalità sulla maternità.

Voto per la seconda.

paragoni azzardati, o forse no

Da ieri il comandante De Falco è un eroe per alcuni (la maggioranza) o uno che voleva pararsi i fondelli visto che la telefonata era registrata (per alcuni). Le solite esagerazioni.

A me è piaciuto. Ma mica perché ha fatto il cazziatone a un incompetente (cosa opportuna) o perché ha preso in mano la situazione (cosa doverosa). Solo perché ha seguito, ribadito e cercato di far eseguire la procedura e le regole, che in Italia quasi tutti ignorano regolarmente – salvo urlare allo scandalo quando a causa di questo vengono fuori casini.

Per cui, caro collega bibliotecario che non chiedi i tesserini (per cui se succede qualcosa non si sa quanta gente c’è dentro), cara zia/nonno/amico/tassista che dai un passaggio a mamma con bambino senza seggiolino dicendo che tanto sono solo 200 metri (che potrebbero essere i 200 metri sbagliati e non quelli giusti), cara signora che mi chiedi di sganciare il mio passeggino dalla postazione di sicurezza sull’autobus per farci stare anche il tuo (che a una frenata brusca poi non si ribalta solo il tuo), ecco, cari voi, lo sapete cosa siete? Siete tutti tanti Schettino in piccolo, e scommetto che ora lo state demonizzando e non date del rompicoglioni a De Falco come invece lo date a tutti quelli che vi ripetono fino alla noia che le regole per la sicurezza ci sono per un motivo.

Quindi, caro comandante De Falco, grazie di aver fatto semplicemente il suo dovere, a nome di tutti i pochi cocciuti rompicoglioni italiani, che da oggi sì, hanno il loro eroe.

2012

Iniziamo con delle belle ferie cui attaccare la maternità, e il primo giorno passa via con marito al lavoro, bimbo all’asilo, pc acceso, un bel film alla mattina e un’ottima amica da vedere al pomeriggio, più pranzo sul divano guardando cazzate che fa tanto gggiovane senza impegni (o almeno lo faceva negli anni ’90).
Dulcis in fundo, ecografia che il nuovo bimbo è sano (e grosso, nonostante la dieta. QUINDI, NON è colpa mia accidenti).

Da domani giuro che mi rendo utile*.

 

* cose da fare:
– ripulire il decrepito pc in modo che Fede ci possa installare robe strane
– finire di caricare tutti i libri in anobii, poi studiarsi un po’ di social reading network e decidere se spostare tutto altrove tipo goodreads
– confrontare e decidere le ultime cose sulla nuova cucina
– sistemare tutti i contatti gmail così l’android fa meno casino e metterci anche indiriss e info varie (sì lo so sono maniaca)
– sistemare il calendario di google così l’android fa meno casino eccetera
– leggere e organizzare le oltre 500 mail non lette + 200 autolink + 150 task che sono lì da quest’estate
– NON pensare al lavoro (seee)