un anno e sembra ieri e un milione di anni fa

Un anno fa ero tranquillissima finché non ho messo il vestito, poi non ho capito più niente.

Nelle foto fatte a casa sembro una sagoma di cartone che viene spostata di qua e di là.
Sono uscita in anticipo basandomi sull’orologio di mio padre, notoriamente avanti, per cui sono arrivata alla chiesa in anticipo, con tutti – sposo compreso – ancora fuori, ed è già tanto che non abbiamo investito la vecchietta con carrello appostata sulla soglia per vedere la sposa che in realtà le arrivava alle spalle.
Nel cortile ho visto momo e paco che mi avevan detto che non sarebbero venuti, e invece c’erano e mi sono commossa.
Giovanna mi ha sistemato il vestito ed era bellissima e commossa e poi mio padre è partito a passo di carica (povero mio fratello che guidava e dovevamo aspettarlo e invece niente) che invece che la marcia nuziale di Mendelssohn sembrava quella di Radetzky e così mi son fatta la cortissima navata in 5 secondi netti ma comunque non capivo niente e vedevo solo Fede con un vestito che non mi sarei mai aspettata ma era bellissimo e azzurro.
Poi è uscito il prete e insieme a lui c’era il mio ex compagno del liceo Jacopo che chi se lo aspettava e mi son commossa di nuovo.
Poi è iniziata la cerimonia e il bouquet (che mi hanno sbagliato e invece di essere solo roselline bianche e foglie verdi aveva tutta una roba di tulle intorno che io ho ripiegato a forza intorno al gambo) si è capottato giù dall’inginocchiatoio e poi l’anello è rotolato giù dal cuscino e tutti a cercarlo per terra mentre il bimbo che teneva il cuscino ci assicurava che non era stato lui, e poi l’altro anello invece non si voleva slegare e il prete tirava il cordino ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ricordo vagamente che tutti i pezzi sono stati recuperati da Giorgio che invece sono certa essersi occupato efficientemente del velo.
Nel frattempo il prete un po’ anzianotto si è dimenticato che era un matrimonio misto e ha fatto tutta una predica sulla fede in Dio degli sposi, e io ero molto arrabbiata e anche triste ma poi mi è venuto in mente che magari avrà fatto la nostra predica a un altro matrimonio e chissà che casino con le nonne che chiedevano a tutti chi era quello non cattolico e mi è un po’ scappato da ridere anche perché Fede mi faceva l’occhiolino.
Poi alla fine il prete si è accorto che mancava tutto un pezzo e si è ricordato e quindi ha dato la benedizione ‘a chi la vuole’. Evabbè.
Di quasi tutto mi sono accorta vagamente dato che per tutto il tempo ho cercato di non stritolare le dita a Fede.
Alla fine i testimoni han firmato (vorrei ricordare che in particolare MILVANA HA FIRMATO) e ho pensato che non avrei potuto scegliere diversamente, e quando abbiamo finito con le firme e volevamo uscire c’era l’altra bimba bellissima che aveva deciso che i gradini dell’altare erano SUOI e ci guardava da sotto in su con un chiarissimo messaggio negli occhi: ‘io di qui non mi muovo, son cavoli vostri’ ma poi ci ha gentilmente fatto passare.

Poi quintali di riso e bolle di sapone e baci da cinema e la panchina dei libri corsari, e noi che non riusciamo a muoverci dal sagrato mentre salutiamo valangate di gente, un sacco di gente che ha fatto viaggi da non so più dove per essere lì e non ci potevo credere, e poi Carlo salvatore della patria che arriva con due bicchieri di spumante che noi l’aperitivo manco l’abbiamo visto, e Livia che ci porta via dal placcaggio per ballare Una giornata senza pretese che ormai è proprio la nostra canzone e pazienza se avrà un significato recondito anche questa (che tra il fraintendimento di Amandoti e il precedente di A perfect day il dubbio ci è venuto ma al massimo sarà un significato alcolico visto l’autore) e noi però non eravamo in grado di ricordarci come si balla quella musica lì e allora abbiamo un po’ dondolato sul posto ma sembra che nessuno se ne sia accorto. Ed è stato molto romantico.

Poi via con la macchina al naviglio e alla Madonna di San Celso come da vera e quasi dimenticata tradizione milanese, e lungo la strada in macchina (scoperta) la gente salutava e allora anche noi che siamo educati salutavamo e a un certo punto mi sembrava di essere la regina d’Inghilterra ma è stato molto carino.

Poi a cena abbiamo iniziato dando istruzioni a pelodia che si è perso, poi mio zio mi ha dato la catenina della nonna e mi sono commossa di nuovo, e Fede all’alba delle 9 passate mi guarda e mi fa ‘oh ma tu avevi delle rose nei capelli?!?’ e mi ha fatto morir dal ridere, e poi abbiamo passato la serata a spiegare a tutti i tavoli cos’erano i libri a centrotavola e che sì, se li potevano portare via, e no, poi non li dovevano tenere perché il bookcrossing blablabla, non siamo riusciti neanche a parlare con tutti ma tutti hanno fatto le foto coi nani da giardino a nostra insaputa, un’idea geniale, ed è stato tutto meraviglioso.

Peccato solo che ci siamo dimenticati a) di fare le fotone di gruppo classiche e b) di far fare un discorso a Iorek, ma oltretutto avevamo dovuto dire niente discorsi perché se no partiva mia zia che sostiene che da piccola venivo chiamata Luciotta (cosa che mia madre nega recisamente) quindi poi se lo facevamo fare a lui ci cuccavamo Luciotta.

E’ stato il matrimonio più romantico che avrei potuto sognare.
E quest’anno ci siamo regalati una domenica senza pretese (coccole, cazzeggio, cibo francese senza dimenticare dell’estemporaneo bowling) e davvero, forse è solo dopo un anno che ti rendi conto di quanto possa essere un lusso. E ti chiedi come avresti fatto a vivere senza il destino normale.

Sotto un cielo di nebbia
che cielo non è
è un altro giorno insicuro
che io passo con te
E ci troviamo qua
tra lampioni e vetrine
tra pezzi di scarpe liquori e cucine

E’ stato forse per noia
o per mancanza di vino
siamo usciti di casa
e andati incontro al destino
destino normale
fatto di punch e giornale
di risate spremute
e di parole taciute

E’ una giornata
senza pretese
e non ci succede
una volta al mese
Stiamo qua
abbracciati
ad aspettare la sera
e se mi guardi
io non ti vedo
ma mi ricordo
del nostro amore
stiamo qua
messi qua
ad aspettare la sera

E i miei occhi
coi tuoi
vanno incontro alla strada
sui motori e le luci
brilla altera la luna
e non parliamo di niente
in questa scura pianura
L’auto va dolcemente
dentro la notte piu’ scura

E’ una giornata
senza pretese
e non ci succede
una volta al mese
Stiamo qua
abbracciati
ad aspettare la sera
e se mi guardi
io non ti vedo
ma mi ricordo
del nostro amore
stiamo qua
messi qua
ad aspettare la sera…

4 opinioni su “un anno e sembra ieri e un milione di anni fa

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