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viiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Oggi è stata una grande giornata. Caffettino con F. che non pensavo di vedere in questo weekend, commissioni varie, passo dal mio negozio preferito – inizio di corso Vercelli sulla destra, in mezzo ai vetrinoni c’è una botteguccia di giocattoli. Ma mica giocattoli qualsiasi. Carissimi, certo. Vecchi carillion, trenini, bambole vecchio stile, bacheche, un anziano signore dietro il bancone cui non resisto a dire che è il più bel negozio che abbia mai visto e che mi risponde, continuando a tagliare carta da regalo, grazie e passi a trovarci (e non con il tono del venditore). E la bimba deliziosa che aiuta il nonno e che mi dice che le piace tanto stare lì. Un sogno.
Messa, aperitivo in locale nuovo saltato, ma cena confermata con C., compagno di notti brave e grandi scoperte nei miei tempi d’oro. Una bottiglia in due, aggiornamenti recenti, rievocazioni dei vecchi tempi, usciamo e contemporaneamente diciamo che non abbiamo più l’età per le notti brave. E contemporaneamente per strada partiamo con La noootte è piiiiiiiiiiiiiiiiiccola per noi – trooooppo piiiiiccoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinaaaaaa… E mica c’aveva il cd in macchina il pazzo??? Perciò ci dirigiamo verso casa cantando a squarciagola e con radio a TUTTO volume quella e poi Su vieni quiiiiiiiiiiiiiii Miloooooooooooooooooooooooord i tipi come teeeeeeeeeee si trovan priiiiiiima o pooooooooi coi tipi come meeeeeeeeeeeee… per finire con una grandiosa Il suo teschio è una bandieeeeeeeeeeeeeeeera che vuol dire libertààààààààààààààààààà
Unico piccolo dettaglio: erano le dieci e mezza. E non le due come allora.

Però lo porto alla maialata, di giorno ce la facciamo ancora!

Lallalallà-lallà…

Laura Fedele Trio

Devo dire che dopo una giornata di merda come quella di ieri (prima o poi lo scontro col collega doveva arrivare), dopo aver lavorato da lunedì in poi fino alle 2 di notte per il vecchio lavoro, dopo vari cazzi e mazzi degli ultimi giorni, non è che avessi ‘sta gran voglia di andare a un concerto all’altro capo di Milano, per quanto avessi già sentito e apprezzato dal vivo la cantante.
Però a F. Laura Fedele piace molto e gli avevo detto che andavamo e non c’avevo voglia di lavorare anche ieri sera.
Perciò arriviamo bel belli all’Histoire in viale Lunigiana e alla modica cifra di 10 euro che comprende happy hour (non male) e concerto ci accomodiamo in un locale tendente al fighetto ma – mi dicono – con una cameriera proprio carina.
A farla breve, il concerto inizia con una mezz’ora di ritardo ma vale davvero la pena.
Innanzitutto il contesto: il locale fa angolo a un incrocio ed è tutto vetrate e han messo il trio nell’angolo perciò tu vedi fuori (ma non senti, insonorizzazione perfetta) e quello che vedi è la gente che passa, si ferma, guarda incuriosita (da fuori invece la musica si sente) e sorride. E già adoro queste cose :o)
In più, lei ha una voce da urlo, il contrabbassista è da sballo e il batterista da delirio; il repertorio era molto diverso da quello sentito l’altra volta (reinterpretazione di Nina Simone) e molto particolare: interpretazione e traduzione di brani di Tom Waits (l’album si intitola Pornoshow. Pigliatelo).

Peccato non aver trovato i testi in rete, e neanche il collegamento canzone in italiano/canzone originale, ma mi sbatterò un po’ di più ;o)

Se capita dalle vostre parti, andatevela a sentire che merita davvero.

trentun dodici

ieri al countdown zero prendo la macchinina con autoradio a palla (accipicchia quanto mi piace guidare, quanto mi manca guidare!) e mi sorprendo a cantare a squarciagola (vizio di famiglia evidentemente) questa canzone che non avrà fatto certo la storia della musica ma che mi dev’essere rimasta impressa dato che so tutte le parole. Mi sembra appropriata come chiusura dell’anno e riepilogo degli utlimi due e mezzo e la dedico a una persona per cui mi sembra perfetta – come lo è per me.

Vita in te ci credo
le nebbie si diradano
e oramai ti vedo
non è stato facile
uscire da un passato che mi ha lavato l’anima
fino quasi a renderla un po’ sdrucita

Vita io ti credo
tu così purissima
da non sapere il modo
l’arte di difendermi
e cosi ho vissuto quasi rotolandomi
per non dover ammettere d’aver perduto

Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite
e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore, che raggiunge chi lo vuole respirare
Vita io ti credo
dopo che ho guardato a lungo, adesso io mi siedo
non ci son rivincite, né dubbi né incertezze
ora il fondo è limpido, ora ascolto immobile le tue carezze

Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto
e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore, che raggiunge chi lo vuole respirare
.

Vita
Lucio Dalla & Gianni Morandi
M. Lavezzi – Mogol

(1988)

If I stay here just a little bit longer…

Ho sempre pensato che siano i libri a sceglierti e non viceversa. Ora comincio a pensarlo anche delle canzoni.
Prendi un cd a caso da sentire prima di dormire, e ovviamente è un cd che non sentivi da una vita, e l’ultima canzone che percepisci e che il giorno dopo non riesci a levarti dalla testa è una canzone che l’ultima volta che l’hai sentita non eri neanche in grado di apprezzare musicalmente e l’ascoltavi solo perché era in mezzo alle altre, così struggente e bella nella sua semplicità e in quella stupenda voce roca da fare male, ora.

I can tell by your eyes that you’ve prob’bly been cryin’ forever,
And the stars in the sky don’t mean nothin’ to you, they’re a mirror.
I don’t want to talk about it, how you broke my heart.
If I stay here just a little bit longer,
If I stay here, won’t you listen to my heart, whoa, heart?

If I stand all alone, will the shadow hide the color of my heart;
Blue for the tears, black for the night’s fears.
The star in the sky don’t mean nothin’ to you, they’re a mirror.
I don’t want to talk about it, how you broke my heart.
If I stay here just a little bit longer,
If I stay here, won’t you listen to my heart, whoa, heart?
I don’t want to talk about it, how you broke this ol’ heart.

If I stay here just a little bit longer,
If I stay here, won’t you listen to my heart, whoa, heart?
My heart, whoa, heart.
(I don’t want to talk about it, Danny Whitten, 1977, cantata da Rod Stewart)

illuminazioni

ho capito solamente cinque minuti fa il significato del primo verso* di ‘Disperato erotico stomp’.

Di disperato temo ci sia solo il mio caso :oP

* Ti hanno vista bere
a una fontana
che non ero iooooooooooooooooo…

speravo di averla scampata ma…

… la catena blogghico-musicale di Sant’Antonio è stata rifilata pure a me (da lei).
(vabbè un po’ quasi quasi cominciavo a sentirmi esclusa :oPPP)

I) Volume totale di file musicali sul tuo hard disk:
pochissimo, 402 MB. Non ascolto musica al pc salvo la radio o quasi.

II) Ultimo CD che ho comprato:
Elegia di Paolo Conte, ma non per me. Per me proprio non ricordo… forse il singolo ‘I want love’ di Elton John un paio di anni fa…

III) Cosa stai ascoltando mentre scrivi:
Nulla.

IV) Cinque canzoni che ascolto spesso:
Che coss’è l’amor di Vinicio Capossela;
I dubbi dell’amore di E. Ruggeri – L. Schiavone, cantata da Fiorella Mannoia;
Amandoti di M. Zamboni – G. L. Ferretti, cantata da Gianna Nannini;
(queste tre di solito in sequenza);
Il cielo in una stanza di Gino Paoli;
Amico fragile di De André.

V) Persone cui passo il testimone:
nonhonulladadire
note di servizio
castoro fotonico
Edo
oderC nI eM

Ecco… la musica è finita…

Bellobellobellobellobello (ad libitum).

Se riuscite non perdetevi il concerto Vanoni-Paoli, vale tutti i soldi della spesa.
Loro hanno un’orchestra di non so quanti elementi che accidenti se ci sanno fare.

Lei
ha ancora questa voce che – ok non tiene più le note così a lungo ma ha
una ‘vibrazione’ interna che passa direttamente a brivido nella TUA
schiena. Pelle d’oca tutta la sera, garantita.

Lui parla con una
voce roca e piana e come nelle sue canzoni dice delle cose per cui ti
vien da pensare oh ma guarda esattamente quello che ho
pensato/provato/vissuto io, com’è che non riuscirei mai a dirlo così?
Per me è un poeta e ho poco altro da dire.

La scaletta però la riporto, e quando mai mi ricapita di sentire
una roba del genere dal vivo??? (mancano alcuni dei primi pezzi che non
avevo ancora pensato di tirarmeli giù).

– Che cosa c’è (c’è che mi sonoooo innamoratooo di te…)
– Averti addosso (se non so amare come si deve amare…)
– La gatta
– Questione di sopravvivenza (vivere con te o stare senza…)
– Sapore di sale (cantata dalla sala su gentile invito dell’autore)
– Sassi (da brivido)
– Io non t’amerò per sempre
– Questa notte c’è (voglia di stare con te)
– Ma come si fa (a non vendersi l’animaaaaaaaaaaaaaaaaa… quando sei tuuuuuuu che vorresti comprarmelaaaaaaaaaa…)
cit.: ‘Importanti sono le parole, il resto sono chiacchiere’ (Ionesco)
– E’ inutile tentare di dimenticare
– L’appuntamento (Ho sbagliato tante volte ormai… che lo so giààààà…)
– Una ragione di più (oggi e domani e poi domaaaani ancooooora… finché il mio cuore ce la faaaaaaaaa)
– La voglia, la pazzia (a questo punto stiamo tanto bene insieme io e te…che
non ha senso tirar fuori i come ed i perchè. Cerchiamo insieme tutto il
bello della vita in un momento che non scappi tra le dita.
E dimmi ancora
tutto quello che mi aspetto già
che il tempo insiste
perchè esiste il tempo che verrà…
a questo punto
buonanotte all’incertezza
ai problemi all’amarezza
sento il carnevale entrare in me…
E sento crescere la voglia, la pazzia
l’incoscienza e l’allegria…
di morir d’amore insieme a te
)
– Lontano, lontano (omaggio a Tenco)
– La musica è finita (omaggio a Bindi) (gli amici se ne vanno… e tu
mi lasci solaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… più di primaaaaaa…. amore
miooooooo… un minuto è lungo da morire se non è vissuuuuuuto insieme
a teeeeeeee…)
– Canzone dell’amore perduto (omaggio a De André)
– Magari la tua vita adesso è stanca (omaggio a de Moraes)
– Albergo a ore (piantone…) cantata inusualmente da Paoli e introdotta dalla frase ‘La poesia è un modo di guardare’)
– Il cielo in una stanza
– Una lunga storia d’amore (quando ti ho vista arrivare bella così come
sei
non mi sembrava possibile che
tra tanta gente che tu ti accorgessi di me… io ti conosco da sempre e
ti amo da mai… Fai finta di non lasciarmi mai anche se dovrà finire
prima o poi questa luuuunga storia d’amore
ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai.
Fai finta che solo per noi due passerà il tempo ma non passerà
questa lunga storia d’amore…)
– Domani è un altro giorno (è uno di quei giorni che ti prende la malinconia…)
– Non so cosa mi è preso questa sera (?)
– Senza fine (tu trascini la nostra vita… senza un attimo di respiro per sognare…)
– Un sorriso (?)

In tutto ciò l’unica ma veramente unica pecca è l’assenza di Quattro amici.
E questa la riporto tutta perché anche di recente ho pensato che vale
la pena continuare a illudersi, di poter cambiare il mondo e di aver
fiducia nelle persone, nonostante le delusioni che arrivnao (e
arrivano).

Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò.
Eravamo tre amici al bar
uno si è impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa
e quest’oggi verso le tre son venuti quattro ragazzini
son seduti lì vicino a me con davanti due coche e due caffè
li sentivo chiacchierare han deciso di cambiare
tutto questo mondo che non va.
Sono qui con quattro amici al bar
che hanno voglia di cambiare il mondo.

E poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al Roxy Bar
o forse non c’incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai.

musica dentro

è quasi mezzanotte, sono stanca morta, ho lavorato abbastanza e chiacchierato un po’, spengo il pc e fumo l’ultima sigaretta.

In quel momento arrivano i miei. Dal concerto che gli abbiamo regalato per Natale, Vanoni-Paoli (ah.. la vecchia cavalleria senza la freddezza dell’ordine alfabetico… ora io lo pretenderei, ma una volta forse si facevano meno – falsi – problemi ed era solo gentilezza…).

Di colpo ci ritroviamo tutti e sei in cucina, mia sorella La. era già a letto, mia sorella Li. arriva dopo poco, mio fratello Lo. attacca il telefono, e improvvisiamo una bis-cena (per me, la prima per qualcuno) spostando le tazze della colazione, si tira fuori un salame e del pane, passato di verdura (s)congelato per due, pane e burro per riempire che 4 fette di salame a testa son troppe e ‘vi vengono i brufoli’ e già che ci siamo il famoso spumante che è in frigo da un mese per festeggiare il mio ‘nuovo’ lavoro che tutti insieme non ci siamo mai.

E intanto di parla del concerto. Prima domanda, ovvia, ‘ma le fanno le canzoni vecchie vero?’ (io). Eccerto, che son le canzoni che ci sentivamo in macchina insieme a De André, cassetta da 120 per quest’ultimo con registrati su i 3 LP storici (Volume I – Tutti morimmo a stento – Volume II, cassate delle parolacce – grazie alla manopola del volume – in Via del campo e Carlo Martello, e in toto Il gorilla, che poi ci siam sentite io e mia sorella di nascosto senza capirci niente), e in inevitabile alternanza cassetta Vanoni-Paoli, una canzone per uno.

Della serie che a 12 anni già preferisci Il cielo in una stanza a Sapore di sale, oh, mica robe da poco. Che poi è l’unica canzone (Il cielo in una stanza) che canto senza stonare – troppo. Versione Vanoni, per la precisione.

E tutti e due i miei contenti, che i biglietti glieli abbiam regalati perché l’altra volta che Paoli ha cantato a Milano, io sarò stata al liceo, mio padre ci rimase malissimo di non averlo saputo (‘ma come, perché non me l’avete detto?’, noi, ovvio) e disse che quando mai gli ricapitava di sentire un cantante dei suoi tempi vivo (e tant’è che poi forse per questo ha portato me e La. a sentire De André nell’ultimo concerto, che mia sorella Li. ancora si mangia le mani). Infatti ha detto che l’unica cosa negativa è che li guardi (oltretutto gli avevamo preso i posti belli e li han messi pure una fila più avanti, quindi in sesta, li vedevi proprio bene) e pensi che son passati 30/35 anni e insomma ti fa un po’ effetto.
E mia mamma che dice che all’Albergo a ore si è messa a piangere.
Epperò questi settantenni ancora che voce che c’hanno, e che peccato che non han fatto Quattro amici al bar (che non è una delle canzoni classiche ma rientra d’ufficio), però han fatto qualcosa di ciascuno dei loro amici che son scomparsi e quindi De André (ma non ho capito quale canzone, parlava di viole, devo cercarla ma secondo me è La canzone dell’amore perduto), Bindi (La musica è finita, una delle mie preferite in assoluto, la cantava la Vanoni) e Tenco, naturalmente, con Lontano lontano. Il gruppo genovese.

Gente, a Milano hanno aggiunto due date, io il 19 o il 20 ci vado.

Io lavoro al bar
di un albergo a ore
porto su il caffè
a chi fa l’amore
tirarirarì coppie sempre uguali
tirarirarà manco con gli occhiali

(questa mi sa che l’ho cannata ma è tardi per cercarla).

intervista Vanoni-Paoli

Fiorella Mannoia bis

Ieri sera follia e con decisione dellultimo momento son tornata a sentire Fiorella Mannoia, stavolta in un teatro (Smeraldo).

Rispetto allaltra volta, oltre ovviamente al fatto che si sentiva mooooooolto meglio – non che ci volesse granché! – ho poco da dire (compresa la faccenda dei bis alla fine, ma che nervi) salvo che la voce non era al meglio, sfiatava un po sulle note alte ma pazienza; quello che sembrava tanto spontaneo la prima volta a risentirlo pari pari lascia un po lamaro in bocca anche se capisco che a rifarlo 3 volte a settimana è già tanto che sembri ancora naturale; ma soprattutto, non essendo distratta dai nuovi pezzi ho potuto apprezzare meglio le interpretazioni – e reinterpretazioni – dei brani. Per cui se ridimensiono il mio apprezzamento per la sua versione di Che cossè lamor di Capossela (troppo maschile il testo, troppo poco incisiva linterpretazione), aumento decisamente quello per Boogie e Messico e nuvole tra i pezzi nuovi nonché per le nuove versioni di alcuni pezzi classici: mentre Il cielo dIrlanda versione lenta è TROPPO lenta, Sally lha interpretata da urlo – soprattutto nel punto in cui fa:

perché la vita è un brivido che vola via
è tutto un equilibrio sopra la follia
sopra la follia…

… e ho sentito distintamente un brivido per la schiena.
E cmq non è che capiti tanto facilmente di sentire il meglio di Conte, Fossati, Ruggeri, eccetera eccetera in ununica serata.

Indimenticabili:
cantare a squarciagola Quello che le donne non dicono con P.
qualcun altro che riconosce una delle tue canzoni preferite (Piccola serenata diurna) prima di me.
una mano che stringe la mia su

e nella tua mano
cè la voglia di tenere quella mano nella mia

Paolo Conte

Premesso che non è che abbia sta conoscenza approfondita di Paolo Conte.
Premesso anzi che, detto proprio francamente, ho sempre pensato fosse noioso da morire e se ci sono andata è stato per (far) compagnia – e un po anche per curiosità ma non mi sarei presa il biglietto solo per quello.
Premesso infine che mi dava tanto lidea di musica delite che se non la capisci sei un povero idiota e ogni persona intelligente/colta/di buon gusto ama Paolo Conte alla follia e se tu no allora non lo sei – concetto che ho sempre odiato epperciò siccome son banale faccio la snob al contrario :oP
Premesso che un po ho cambiato idea sulle due premesse precedenti ascoltando Fiorella Mannoia cantare Boogie e Via con me.

Premesso tutto questo, il concerto del 20 allo Smeraldo mi è piaciuto da morire.
Avevamo anche dei buoni posti anche se non buoni come pensavo (però poi allintervallo ho visto Renzo Arbore due file avanti a noi e quindi se non è riuscito lui ad averli migliori difficile che ci riuscissi io) ma si sentiva molto bene e soprattutto erano molto centrali quindi sembrava di essere avvolti dalla musica.
Che in effetti è decisamente avvolgente. Ammetto anche che alla fine della prima parte stavo abbioccando – no, cioè, volevo dire, ascoltavo la musica ad occhi chiusi… Scherzi a parte, è in effetti una musica da ascoltare ad occhi chiusi, però se sei a un concerto ti godi anche il resto (e non era poco) – cmq rimango della mia idea che non ad un concerto dopo quattro canzoni un po simili ti spari.
Per farla breve, dal vivo è unaltra cosa. La voce è ancora più roca e fumosa (Dio che voglia di fumare che mi faceva venire…) e fa tanto night francese fumoso e buio a tarda notte (considerato che non ne ho mai visto uno, i luoghi comuni fanno un bel servizio a volte). Purtroppo non posso dire che canzoni mi son piaciute di più perché non le conoscevo e F. non si ricordava un titolo che fosse uno :o) però mi ricordo che una ripeteva bambula (sì con la u) e poi lattacco di una canzone meravigliosa (o forse era la stessa?) che diceva pressappoco se mi dici che non mi ami non ci credo / ma se non mi ami è un peccato – da brivido.
Orchestra da svenimento, eccezionale, luci dosate alla perfezione, lui che sembra che se la tiri e poi ti accorgi che al primo applauso sbatte le palpebre e arrossisce ed è TIMIDO! (fisicamente mi ricorda mio zio P.).

I testi… ecco i testi. Forse perché era dal vivo, sembravano un susseguirsi di immagini dipinte da questa voce che tuttora mi fa venire la pelle doca, poetiche, suggestive, che svaniscono luna nellaltra o si staccano bruscamente, che ti ricordano qualcosa, evocative è la parola giusta, forse.

Cmq non ci si capice un tubo e secondo me son senza senso. Belle però, eh. Senza il minimo senso ma belle. Però belle, giuro, mi son piaciute!