passato e futuro

queste montagne russe mi stanno distruggendo. Mi basta un pochino, ma davvero poco, di riposo, che mi sento talmente più in forma da pensare di essere in piena forma, pronta a vedere le trecentomila persone che non riesco mai a vedere, a fare le trecentomila cose che non riesco mai a fare, e non è così, per cui dopo un paio di giorni il tracollo, i sensi di colpa, la frustrazione; se a tutto questo aggiungo l’incertezza di tante cose, del lavoro la più evidente ma anche di tante altre, penso che non ne uscirò più.

La sensazione peggiore è sapere che nell’ultimo anno ho avuto davvero tanto, mentre ho dato davvero poco. E sapere che quello che credevo sarebbe stato un periodo, una fase, si sta consolidando contro la mia volontà, e i tentativi di uscirne sono miseramente falliti, è insopportabile.

Ho la consapevolezza che alcune cose non le recupererò più, cose cui tenevo molto, e che speravo fino a poco tempo fa di poter riprendere, ma a questo punto illudersi è stupido: se succederà sarà molto bello, ma è inutile continuare a pensarci. Non dipendono più da me, è inultile continuare a torturarsi e soffrirci sopra e farsi ferire.

Ecco l’altra sensazione orribile è sentirmi impotente. Questa è una cosa che ho sempre odiato, forse dipende dalla mia tendenza ad avere sempre il controllo della situazione, o dal mio carattere per cui se posso fare qualcosa per risolvere un problema lo faccio sennò continuo ad arrovellarmi per trovare una soluzione pratica, ma se non posso far niente per me è una cosa intollerabile e che non so gestire. Un limite che non sono ancora riuscita a superare. Se poi non posso far niente per le persone cui voglio bene, e non solo perché non posso io ma anche per tanti altri motivi, rientro nel circolo vizioso dell’avrei potuto/dovuto e della frustrazione e del non è possibile ci deve essere un modo.

Devo trovare la forza di dire basta e mettere una pietra sopra, altra cosa di cui sono totalmente incapace. Anche perché quando tornerò ad essere di buon umore non ci crederò più.

Cosa voglio nel 2005? Prendere una strada, avere qualche certezza che mi permetta qualche scelta più radicale, e trovare un maggiore equilibrio.

Ma soprattutto che alcune delle persone cui voglio più bene, che hanno sofferto molto o che hanno davanti scelte molto difficili, siano felici. So che suona stupido, ma se io non posso fare davvero niente per loro, non posso aiutarle o parlaci o fare qualcosa, posso almeno sperarlo.

La speranza con quel che segue.

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