gravidanza: il concentrato dei luoghi comuni

Ormai mancano meno di 15 giorni quindi un bilancino su questo aspetto posso farlo.

Non c’è niente, niente come l’essere incinte (e si dice incintE al plurale, ho verificato e la Crusca mi dà ragione) per essere sommerse dai luoghi comuni.
In più, non c’è niente come l’essere incinte perché qualunque donna in circolazione non si senta in diritto e anzi in dovere di raccontarti per filo e per segno la propria gravidanza o quella di conoscenti, e guai a te se la tua è diversa.
Infine, non c’è niente come l’essere incinte perché chiunque ti capiti a tiro, compresi illustri sconosciuti maschi e senza figli alla fermata del tram, non si senta in diritto e anzi in dovere di fornirti un consiglio, tendenzialmente un luogo comune.

E questi sono ben 3 luoghi comuni (M. di recente mi ha detto che ritiene che la coerenza sia sopravvalutata, io non condivido ma un altro luogo comune è l’irrazionalità della donna incinta quindi approfittiamone).

Delle madri o donne in generale che pensano di sapere tutto tutto tutto loro sulla gravidanza e se tu sei diversa allora sei un’aliena da guardare con sospetto e diffidenza nel migliore dei casi o da convertire nei peggiori, parlerò un’altra volta che ho come il sospetto che la cosa si ripercuota anche sulla fase post e cioè crescita del bambino, e il post mi diventa troppo lungo.

Mi limiterò a smentire o confermare alcuni noti luoghi comuni relativi a questo periodo, in base alla mia esperienza.

– col cavolo che ti vengono una pelle favolosa e capelli divini. Io ho avuto brufoli come al solito, foooorse più limitati a certi periodi, e i capelli divini sono dovuti al favoloso taglio del mio favoloso parrucchiere che è un vero genio e che comunque ho fatto un mese fa, quindi al massimo l’effetto ormonale è arrivato tardi e in concomitanza.

– a proposito dell’ormone, quello è verissimo, non un luogo comune ma scientificamente provato: si diventa (chi più chi meno) un po’ ipersensibili, vagamente isteriche, abbastanza irritabili, parzialmente irrazionali, tendenzialmente incazzose e un filo aggressive. Il vostro compagno toglierà tutti gli avverbi diminutivi e considerato che è quello che vi deve sopportare senza fiatare (e sul mio nulla da dire) lasciamogli usare le parole che preferisce. In fondo ha dovuto consolarvi quando sbagliavate la lavatrice e singhiozzavate appoggiate al lavello del bagno o sopportarvi mentre lo insultavate per aver chiuso la finestra del browser o tollerarvi mentre ve la prendevate con il capo/i genitori/chiunque vedendovi poi ritorcervi contro di lui se provava a minimizzare la situazione o tendervi il fazzoletto ogniqualvolta c’era una qualche scena remotamente commovente in un film o capitavate non si sa come mai su qualche fiction con bambini dai parti difficilissimi o malati o con tragedie varie. Non che anche la pubblicità non inducesse simili reazioni, ma non so se faccio testo dato che io già piangevo anni fa per la pubblicità dei pisellini Find*s (‘mamma, ma tu mi vorrai sempre bene?’). E per fortuna che le pubblicità della B*rilla sono peggiorate.

– devi mangiare per due: nisba, se no ti ritrovi ad avere 19 kg in più (per fortuna tutti o quasi pancia e tette) e comunque ora ti mettono a dieta quasi subito: volete perdere peso? Eliminate pane e pasta e funziona.

– la nausea dura fino ai tre mesi poi passa: magari. A me è cominciata tardi ed è durata fino ai 5 tutti, ma non mi lamenterò dato che mi ha fatto passare istantaneamente non solo la voglia di alcol (niente più birretta media) e caffè, che vabbè non fa benissimo se ne bevi 5 al giorno come facevo io ma basta ridurre, ma udite udite pure quella di fumare. Nei primi due casi proprio niente voglia, in quest’ultimo schifo assoluto nonostante la voglia psicologica di accenderla quasi insopprimibile all’inizio, ora saltuaria.
Ci avessi scommesso su avrei fatto dei bei soldi.

– le voglie: se si intendono quelle cose da settimana enigmistica per cui spedisci il marito alle 4 del mattino a cercare fragole in pieno inverno, io zero. Secondo me a questo livello sono capricci da donne un po’ stronzette. D’altra parte, dopo essermi fatta l’influenza a gennaio senza ovviamente poter prendere nulla e quindi mi è durata 15 giorni, ho assunto una dipendenza morbosa dal succo d’arancia fresco, con picchi di 2 litri al giorno, che non accenna a passare: attualmente siamo sulla bottiglia al dì. Pinocchio mi verrà fuori arancione. Inoltre negli ultimi mesi non ho potuto non fare colazione a base di latte o yogourt (Muller anche se magro per la dieta, però insomma almeno un po’ di soddisfazione…), cosa che poi ho scoperto ti consigliano caldamente per il calcio e per evitare la stitichezza.
In definitiva, mi sono sembrate più esigenze fisiche istintive dettate dall’organismo che vere e proprie voglie.
Diverso per il gelato: mai stata una grande amante, ora ne mangerei tutti i giorni, rigorosamente cono cioccolato e crema con sopra panna montata. Vista la dieta, non lo posso fare, ma quando lo faccio lo faccio bene ecco. In realtà, per tutta la gravidanza è decisamente aumentata la mia propensione al dolce, ma qui non posso proprio dire che sia un’esigenza dell’organismo…

– lo sballamento del sonno è stato invece per me assolutamente vero. Ho passato i primi 4/5 mesi in letargo con picchi di dormite di 12/15 ore a notte, e l’inversione del ciclo: prima andavo a letto tardi e nessuno mi svegliava al mattino, poi non riuscivo invece a tenere gli occhi aperti oltre le nove ed era vagamente più facile svegliarmi alla mattina (salvo i picchi).
Negli ultimi mesi invece il corpo automaticamente si orienta sul ritmo che avrai dopo col bimbo piccolo che dovrà mangiare ogni tre ore, in questo aiutato dal fatto che cominci ad andare in bagno sempre più spesso (di notte anche ogni due ore). L’idea che dovranno passare almeno altri 6 mesi prima di una bella, lunga dormita mi uccide.

– la tua pancia non è più tua: verissimo. Le mie sorelle e le mie amiche che sanno che difendo il mio spazio me lo chiedono tutte le volte, in compenso qualunque illustre sconosciuto si sente liberissimo di piazzarti la mano sulla pancia senza dir bah, anche gente che conosci come educatissima quindi evidentemente lo ritengono proprio una cosa normale. Allora. La mia pancia è mia e me la gestisco io. Capito? (vedi paragrafo sull’ormone).

– ti cedono il posto sui mezzi: hahahahahahahahahahahahahaha. Se fino ad aprile potevo con giacconi ecc. passare per una donna grassa, dal caldo in poi non più. Bilancio quasi finale: si sono alzate spontaneamente praticamente solo donne, più due uomini extracomunitari, un ragazzo giovane giovane e il tizio che faceva film e pubblicità con Abatantuono (son cose).
Impari ad individuare i posti per "passeggeri a ridotta capacità motoria" (sempre che non abbiano staccato l’adesivo come nel 90% dei casi), piazzarti davanti e/o chiedere garbatamente (l’unica volta che l’ho chiesto espressamente era una ragazza – poco – incinta, mannaggia a me che figura). Dopo di che metà delle volte si tratta di persona anziana e non hai cuore di farla alzare, quindi ti accontenti di lanciare occhiatacce a tutti gli altri. Stronzi e maleducati. Bisogna dire che però il 99% delle volte una donna comprensiva si alza. Donna eh. Maschi quasi zero.

Per stavolta può bastare, inserire qui i tre luoghi comuni iniziali e con la coerenza siamo a posto.

4 opinioni su “gravidanza: il concentrato dei luoghi comuni

  1. F

    il vostro compagno avrebbe diverse da cose da dire su questi argomenti, ma il punto dell’ormone (che secondo il vostro compagno è una scusa bella e buona) gli ha già insegnato a tacere 😀

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  2. Panzallaria

     sono d’accordo su tutto. specie sul fatto che si sentono tutti in diritto di dirti la loro e ti considerano un bene dell’umanità. poi quando nasce il bimbo, per i primi mesi è pure peggio. ma con l’esperienza si impara a destreggiarsi anche nel meraviglioso mondo della procreazione 😉

     

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  3. Iorek

    Parlando dell’ormone, non ho capito cosa cambi rispetto alla donna non incinta (peraltro, in quasi tutto consideravo che la mia compagna evidentemente è incinta da anni, ma queste sono cose mie).

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