magia a Milano

Sei andata a dormire da poco, e già stai sprofondando nel sonno. Nonostante il caldo, nonostante le zanzare, nonostante mille pensieri che non se ne vogliono andare. Sei lì, sulla soglia dell’oblio totale, quando qualcosa ti fa tornare indietro. Nel silenzio più assoluto, qualcuno ha messo su un disco di musica classica. Sì, proprio un disco, l’immagine che ti arriva è quella di una mano che appoggia un vecchio vinile sul piatto, l’altra mano regge una sigaretta e si intravede una vecchia vestaglia – rosa? bordeaux? No, niente che faccia intuire se è un uomo o una donna. Tutto è molto sfumato, indefinito… tranne il fumo che sale dalla sigaretta.
Tutto questo nella tua mente è un attimo, neanche il tempo di pensarci che già stai cercando di riconoscere il pezzo. Inizialmente a dir la verità ti era sembrato un assolo per sax, ma era l’autosuggestione di sapere che ogni tanto un misterioso suonatore (un uomo, questo, di sicuro) riempie la sera con la sua musica dal palazzo vicino.
No, è un brano famosissimo, ed è un’intera orchestra… ma non ce la fai, il suono poi va e viene, non dev’essere vicino, cambia a seconda del vento e scappa sempre un attimo prima che tu lo acchiappi.
Ti piace immaginare che venga dal carcere, che lì qualcuno che non riesce a dormire per il caldo o la notte o la vita abbia messo su qualcosa per dimenticare il caldo e la notte e la vita.
Ormai sei perfettamente sveglia, o quasi, la mente vaga sulle note a tratti, non cerchi più di riconoscerle ma te le godi e basta. E scacciano anche il tuo caldo, le tue zanzare, i tuoi pensieri. Ma non la notte, e non la vita.

Poi un’ambulanza. Una frenata. Il rombo di una moto. Due voci che si alzano per strada – una lite, ma finisce subito. In mezzo le note tornano, ma sfumano, si allontanano, provi a trattenerle, e senza neanche accorgerti stai di nuovo dormendo.

Cosa sarà durato? Un minuto, forse due. Indimenticabili.

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