Archivi giornalieri: 12 novembre 2004

considerazioni

In questi giorni diverse notizie, fatti, discussioni (di diverso peso e gravità) mi hanno ricondotto a pensare su alcune cose.
Innanzitutto la morte di Arafat e le varie affermazioni terrorista/non terrorista eccetera – non per semplificare ma perché davvero non credo di saperne abbastanza per dare un giudizio in merito; inoltre la storia dei disobbedienti che ha portato a una discussione in cui è saltato fuori anche Giuliani e quindi mi ha riportato a quello che è successo a Genova e poi anche a una discussione su questo blog riguardo ai centri sociali, insomma un po’ di cose. Tutte che non c’entrano molto l’una con l’altra, forse, tranne per una cosa.

In tutte queste storie c’è violenza.

Ora, io sarò semplicistica e anche un po’ irrealistica, probabilmente, ma quello che io ho sempre pensato è che con la violenza non si ottiene niente e anche se si ottiene qualcosa è sbagliato. E’ sbagliato e basta, non c’è motivazione che tenga, non mi interessa, o meglio, mi interessa ma non come giustificazione di una violenza. Anche come difesa, se non come difesa da un’altra violenza (e anche qui con dei distinguo) ma non come difesa da tutt’altra cosa.

E tutto quello che vedo, nel piccolo come nel grande, è che invece la violenza sta diventando la soluzione per ogni cosa. E se dici che è sbagliato, e non solo come ideale astratto, ma anche nella pratica, basta, è sbagliato, è sbagliato uccidere la gente, è sbagliato picchiare la gente, è sbagliato e basta, quello che veramente, veramente non sopporto è sentire ah ma però qui è diverso… avevano dei buoni motivi… e sennò come fai a farti sentire… epperò allora come fai a reagire… e anche gli altri però… e poi è una cultura/mentalità/tradizione/storia diversa… e non si può giudicare…
Non mi interessa quello che fanno gli altri, sbagliano anche loro e allora è un buon motivo per reagire con dell’altra violenza? E sì che posso giudicare, invece, se sono convinta che la violenza è sbagliata sono libera di condannarla, ovunque avvenga, nelle camere a gas degli USA come in piazza Tienanmen, in Rwanda come nelle Filippine, nella ex Jugoslavia come in Palestina, Israele, Costa d’Avorio, Venezuela, nei paesini della mafia, a Napoli e Palermo, a Genova, a Cogne e nella piazza sotto casa mia, nell’appartamento di fianco al mio e in casa mia pure. E chiunque lo faccia, soldati, guerriglieri, secondini, sequestratori, terroristi, cattolici, islamici o atei, estremisti di destra, manifestanti di sinistra, mariti genitori figli fidanzati vicini di casa motociclisti guidatori ubriachi serial killer stupratori e chi più ne ha più ne metta. Per quanto mi riguarda è uguale.

Immagino che Gandhi e Martin Luther King, che hanno ottenuto più di chiunque altro con il principio della non violenza, siano passati di moda.